IL PERDONO

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CHE COSA È IL PERDONO BIBLICO?

Il perdono biblico non è una scienza segreta, un trucco psicologico, o una particolare “teologia” per religiosi. Il perdono biblico non deve essere fine a se stesso, come una forma di terapia per farci stare meglio, perché con tali motivazioni è impossibile realizzarlo, perciò il perdono biblico è una reazione al perdono di DIO che si è sperimentato nella propria vita. In sintesi non posso sperimentare il perdono biblico se non l’ho sperimentato prima io.

SPERIMENTARE IL PERDONO IN PRIMA PERSONA.

Innanzi tutto bisogna essere convinti di essere colpevoli ed avere bisogno di perdono.

Leggi Romani 3:10-12

Soltanto DIO può rimettere i peccati, (MARCO 2:7) perciò se noi ci rendiamo colpevoli di fronte ad altre persone siamo anche colpevoli nei confronti del proprietario di tali creature (vedi Paolo quando perseguitava la chiesa). Pertanto il bisogno più profondo che abbiamo è quello di cercare il perdono di DIO al di là del fatto che chi ci circonda può averci perdonato.

Perciò? Chi ha accettato per se il perdono di DIO, chi si fida delle sue promesse ha veramente sperimentato il perdono e quindi vorrà perdonare gli altri.

COME POSSIAMO AVERE LA CAPACITA’ DI PERDONO COSI’ COME CE LA INSEGNA DIO?

Leggi Colossesi 3:13.

LA NECESSITA’ DEL PERDONO BIBLICO.

Cominciamo col dire che senza il perdono si blocca tutto in noi, per questo il SIGNORE ci consiglia (Marco 11:25) e ci incoraggia; se abbiamo sperimentato il perdono di DIO dobbiamo anche perdonare e se non lo facciamo l’astio e l’amarezza prendono il controllo della nostra vita e non la fanno prosperare.

La persona che non perdona si eleva giudice di altre persone, si arroga un diritto che non gli compete, cioè quello di vendicarsi, mentre DIO dice: “a voi il perdono a ME la vendetta”.

CHE COSA VUOL DIRE VENDETTA?

Quando parliamo di vendetta non dobbiamo pensare subito alla vendetta di sangue o di azioni ostili nei riguardi di altri perché ci sono molte forme di vendetta, anche di vendetta sottile. Una di queste è mettere in cattiva luce la persona che si vuole colpire. Però bisogna ricordarsi che la Bibbia condanna ogni forma di maldicenza perché non è altro che una forma di vendetta. VITTIMIZZARSI verso gli altri, facendo risaltare i torti subiti da un fratello, sorella, marito, moglie, ecc,. Anche questa è una forma di vendetta sottile.

COME REAGIRE ALLE DIFFICOLTA’ DELLA VITA, NEL MODO BIBLICO E NEL MODO NATURALE?

Nel modo naturale.

Nella vita si è vittima di offese e ferite. Soffrire di malintesi, di rifiuti e del comportamento errato di chi ci sta vicino, produce in noi un effetto in relazione alla nostra scelta, che può essere negativo o positivo.

Esempio: se una persona a noi cara racconta qualche cosa di noi, e per giunta non vera, quale effetto produce in noi? Inizialmente sicuramente negativo, alimentando pensieri di vendetta e rancore, portandoci a studiare su come rifarci sulla persona che ha causato in noi questa reazione.

Tutto questo è un diritto di vendetta che non ci compete e viene considerato da DIO solamente peccato. La conseguenza è amarezza, discordie ed altri sintomi fra cui anche la depressione. Questo ci fa capire come il peccato ha sempre conseguenze negative sulla nostra vita.

Possiamo concludere che la reazione naturale è peccaminosa, produce amarezza e rancore.

Nel modo biblico.

La reazione biblica produce perdono con una conseguenza di pace. C’è comunque da tener presente che il perdono non deve mai diventare fine a se stesso, ma deve essere inteso come mezzo per raggiungere uno scopo. Perdonare è come costruire un ponte tra me e l’altra persona dando la possibilità di percorrere questo ponte nella mia direzione è riconciliarsi. Questo deve essere il fine del perdono, anche se l’altra persona non dovesse percorrere tale ponte, quindi non dovesse esserci una riconciliazione, io sono tenuto a costruirlo ed avere nel cuore sicuramente pace con DIO.

IL PERDONO UN ATTO DI VOLONTA’?

Leggi Romani 4:8 e Michea 7:19.

Quando leggiamo questo nella parola di DIO, cioè che DIO ha deciso di perdonare, vediamo che non si tratta di un tipo di pentimento carico di commozione ma di un libero atto di volontà. Perciò se vogliamo perdonare qualcuno con lo stesso atteggiamento di DIO non dobbiamo aspettare prima dei sentimenti di pietà, ma decidere volontariamente ed esprimere il nostro perdono verso la persona che abbiamo deciso di perdonare.

PERDONARE NON SIGNIFICA DIMENTICARE?

Leggi Ebrei 8:12

Nella Bibbia non risulta che DIO abbia dei vuoti di memoria e che dimentichi perché questo significherebbe che non è onnisciente.

Diciamo piuttosto che DIO non tiene più conto del peccato, non lo considera più nostro debito, in breve è come rinunciare al risarcimento, alla vendetta e alla riparazione da parte nostra.

Molte volte noi pensiamo di perdonare e ci lasciamo scoraggiare, anche se siamo disponibili a perdonare, dal fatto che rimane acceso il ricordo del torto subito e crediamo che il perdono sia valido solo quando tutto l’episodio è dimenticato. Però questo non corrisponde a verità e all’insegnamento di DIO visto che DIO ci ha perdonato in CRISTO senza chiederci nulla in cambio. Così anche per noi perdonare deve significare decidere di rinunciare a qualsiasi risarcimento o vendetta e considerare il fatto chiuso per sempre. E quando riemergono i ricordi e si presentano i rancori e le amarezze ci si deve aggrappare a questi fatti: ho già perdonato, ho rinunciato ad ogni tipo di vendetta e per me il fatto è chiuso e ricordo esattamente quando e dove ho pronunciato il mio perdono per questo torto.

In conclusione DIO fa più che dimenticare. EGLI perdona e il peccato perdonato non ha più alcun peso (Matteo 7:12). Ecco che cosa dobbiamo fare, tutto quello che vorremmo che gli altri facessero a noi.

IL PERDONO NON DIPENDE DAI SENTIMENTI.

La nostra società afferma che i nostri sentimenti danno delle informazioni attendibili per quanto riguarda la realtà però noi sappiamo che questo non risponde alla verità, sapete dirmi il perché?

Perché il cuore dell’uomo è ingannevole ed insanabilmente corrotto.

Esempio: una persona può criticare e pensare di essere nel giusto ma, nella realtà, si sbaglia. Un’altra persona ruba e si sente a posto con la coscienza, ma questo non toglie il fatto che è colpevole.

Allora come possiamo stabilire la verità a questo riguardo?

Leggi Giovanni 17:17. La Tua parola è Verità.

Ecco il segreto allora!!! Non sono i sentimenti a stabilire la realtà ma la parola di DIO, i sentimenti a volte possono confermarla ma non sono la verità.

Leggi Proverbi 28-26. Ognuno di noi si trovato colpevole davanti a DIO e abbiamo confessato il nostro peccato, che cosa è accaduto?

Leggi Giovanni 1:9. Se confessiamo i nostri peccati egli è fedele, è giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Perciò dopo aver confessato il nostro peccato abbiamo ricevuto da DIO il perdono, per mezzo del nostro SIGNORE GESÙ CRISTO. Però a volte succede che dopo qualche ora o qualche giorno il senso di colpa si faccia sentire ed inizia ad accusarci, questo cosa significa?

Significa che i sentimenti non danno sempre informazioni attendibili sulla realtà.

La realtà qual’è?

DIO mi ha perdonato, anche se i sentimenti vogliono farmi credere o sentire il contrario.

Rapportandolo a noi che cosa vuol dire?

Tutto quello che abbiamo detto accade anche quando dichiariamo di aver perdonato qualcuno, i sentimenti di amarezza e astio continuano a farsi sentire. Però, se ho rinunciato ad ogni tipo di rivalsa coscientemente e volontariamente, posso essere certo di aver perdonato e quando si presentano i sentimenti posso sempre dire “ho già perdonato”.

Cosi con il tempo i miei sentimenti dovranno sottostare alla mia realtà di perdono.

DIO ha creato i sentimenti perché fungano da servitori per l’uomo e non da padroni tiranni, perciò essi devono sottomettersi alla mia volontà, alle mie decisioni e devono piegarsi di fronte alla realtà della parola di DIO.

IL PERDONO DI DIO (PERDONO IMMERITATO).

Leggi Romani 3:24 e Efesini 2:8-9. Chi di noi merita il perdono?

Leggendo e meditando su questo passo possiamo sicuramente comprendere che nessuno di noi merita il perdono. Anche se pensiamo che in fondo non facciamo niente di male, ci comportiamo bene e cerchiamo di mettere in pratica la parola di DIO, basta non rispettare uno dei suoi precetti e scopriamo di aver peccato, di essere colpevoli e quindi non aver comunione con DIO (Giacomo 2:10) e vediamo che questa punizione la meritiamo.

Ma DIO ha fatto un nuovo patto, mandando GESU’ come uomo, salendo sul Golgota e prendendo su di Se le nostre colpe. GESU’ sulla croce ha sperimentato la lontananza di DIO (Matteo 27:46) ma Egli volontariamente ha offerto la Sua vita per pagare le nostre colpe.

Secondo voi chi di noi meritava questo privilegio?

Sicuramente nessuno. Perciò il perdono e la salvezza sono un dono di DIO e come dono si può accettare o rifiutare. Visto che DIO ci offre il suo perdono senza che noi lo meritiamo anche il nostro perdono verso gli altri deve essere immeritato e gratuito.

PERDONO INCONDIZIONATO.

A volte si pensa che per perdonare bisogna che l’altra parte ci chieda scusa, però questa condizione non è biblica, cioè pretendere che prima ci venga chiesto scusa.

Chi aspetta che l’altro si penta, che l’altro sia pronto a riconciliarsi con lui, non offre un perdono immeritato come DIO fa con noi.

Noi, come credenti, dobbiamo perdonare con lo stesso sentimento di GESU’.

Cosi come ho ottenuto perdono da DIO, devo e posso perdonare gli altri e facendolo vivo nell’atteggiamento del perdono biblico mettendo in pratica la mia responsabilità in armonia con la parola di DIO.

E CHI E’ NEL TORTO?

Supponiamo che una persona abbia commesso una colpa nei nostri confronti, che ci abbia ferito o offeso.

Noi dobbiamo perdonare per primi! Così facendo risolviamo il nostro problema, il rancore e l’odio non possono prendere radici nel nostro cuore.

Anche GESU’ ha dimostrato il suo amore per noi in questo modo, morendo per la colpa di tutta l’umanità, a prescindere dal fatto che ogni persona lo accetti e lo riconosca.

Certo, il problema di chi è nel torto sicuramente non viene risolto tramite il nostro perdono ma solo quando egli riconoscerà il suo errore e chiederà scusa potrà esserci una riconciliazione.

Però la nostra decisione di perdonare non deve dipendere dalla volontà di accettarlo dell’altro.

UN PERDONO A PRIORI

Leggi Romani 5:8 e Ebrei 10:14.

GESU’ ha posto il fondamento del Suo perdono e ha pagato per tutte le colpe a prescindere dal fatto che le persone decidano di rivolgersi a LUI, perciò anche noi siamo portati a perdonare al di là del fatto che gli altri si pentano o no.

Possono confessare le proprie colpe in qualsiasi momento e sentire il perdono perché, come GESU’ ha già perdonato, cosi anche noi abbiamo già perdonato.

ALLORA PERCHE’ CONFESSARE?

Che bisogno c’è di confessare se già GESU’ ha pagato per tutti e si è caricato di tutte le nostre colpe?

Quando un credente commette un peccato c’è qualcosa che si frappone fra lui e DIO e solamente quando il peccatore confessa il suo peccato a DIO viene ristabilita la comunione.

Egli potrà quindi accettare con gratitudine e con piena certezza il perdono che DIO assicura in base all’opera perfetta di GESU’.

Anche per noi il perdono deve essere un perdono a priori; applicato alla nostra vita ciò significa che decido di perdonare tutto ciò che il mio/a compagno/a, figli, genitori, amici, fratelli e sorelle in fede, ecc., mi faranno, in modo cosciente o meno.

Questo atteggiamento di perdono incondizionato influenzerà notevolmente l’atmosfera di ogni rapporto interpersonale.

I miei fratelli in fede sapranno che li ho fondamentalmente perdonati, anche per le offese future.

Con la certezza della disponibilità a perdonarli non dovranno più temere di dire qualcosa o di compiere un azione che susciti il mio rancore o il mio odio. Il loro comportamento non riuscirà ad allontanarci, per quel che dipende della mia reazione, perché ho deciso di perdonare a priori.

Anche per me sarà un sollievo sapere che i fratelli e le sorelle in fede vivono con lo stesso atteggiamento.

IL PERDONO DI DIO NON ESCLUDE LA DISCIPLINA.

Leggi Efesini 5:11 e Matteo 18:15-17

Come abbiamo visto è nostra responsabilità e nostro compito reagire in modo biblico ad offese ed attacchi da parte di altre persone, perdonando e rinunciando ad ogni tipo di rivalsa e soddisfazione.

Dobbiamo comunque evitare con il nostro atteggiamento di incoraggiare gli altri a peccare.

Così come DIO perdona quotidianamente i nostri peccati ci vuole anche insegnare ad allontanarci dal peccato (Giovanni 8:11).

I versetti citati all’inizio di questo capitolo ci fanno capire che dobbiamo perdonare ma, al di là di questo, abbiamo anche la responsabilità di correggere, ammonire e aiutare quella persona a pentirsi della sua condotta errata.

DISCIPLINA NELLA CHIESA.

Come abbiamo letto in Matteo, un fratello, vive nel peccato e non vuole pentirsi. E’ giusto che perdoniamo anche lui però, il suo comportamento peccaminoso, non può essere tollerato dalla chiesa ed è necessario che segua la disciplina e sia ammonito.

Se questo non produce pentimento e ravvedimento, l’ultimo provvedimento che la chiesa può prendere, è quello di escluderlo dalla comunione con i fratelli e rimuoverlo da ogni incarico.

L’obbiettivo di questo provvedimento educativo è di stimolare la coscienza dell’individuo affinché egli si penta.

IL PERDONO NEL MATRIMONIO.

Nella vita matrimoniale succedono spesso dei malintesi, o si prendono delle posizioni per far valere le proprie ragioni, pretendendo sempre che sia l’altro a dire scusa, mi dispiace o perdonami, come se noi non sbagliamo mai. E quando accade giustifichiamo il nostro modo di fare. Però nella Bibbia sta scritto che se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi (1° Giovanni 1:8), perciò non dobbiamo trascurare le piccole mancanze.

Vorrei chiarire il significato delle parole SCUSA, MI DISPIACE E PERDONAMI.

Sicuramente la parola perdonami è diversa dal dire scusa o mi dispiace. Per essere più chiaro faccio degli esempi:

  • si dice scusa quando commettiamo un errore involontario, per il quale chiediamo comprensione;
  • mi dispiace, può anche voler dire “mi dispiace che tu ti sia offeso, ma le mie intenzioni erano buone”. In questo modo una persona si può anche dispiacere, senza però che riconosca la propria responsabilità e la propria colpa;
  • perdonami, invece, è un verbo estremamente importante e positivo, soprattutto nel matrimonio.

Troppo spesso pensiamo che si può mettere una pietra sopra e con il tempo dimenticare. Ma così il disagio e la colpa non chiarita rimarrà e, al momento opportuno, la si potrà tirare fuori. E’ bello invece riconoscere il proprio errore e dire amore perdonami. Per questo la parola perdonami è diversa dalle altre due, perché uno riconosce la propria colpa.

Per quanto riguarda l’altra metà che si è sentita offesa non deve passare all’offensiva ma, con gentilezza, capire l’altro, perdonare e non rendere pan per focaccia.

Ad esempio: Se il marito ha offeso la moglie per un comportamento errato e lei ribatte prendendolo in giro con sarcasmo, sicuramente lui si sentirà offeso e deciderà di non farle un complimento o una carezza per fargliela pagare. Dobbiamo stare attenti a tanti piccoli episodi come questo perché ci rendiamo colpevoli e non facciamo la volontà di DIO.

Perciò è fondamentale che impariamo a chiedere perdono l’un l’altro.

A CHE COSA BISOGNA STARE ATTENTI QUANDO SI PERDONA.

Perdonare significa non tornare più sopra al torto subito, non parlarne più, cancellarlo, metterlo da parte, perciò perdonare significa anche saper tacere, non nominare più l’errore del mio partner. Chi rinfaccia al partner la sua colpa in una determinata occasione vive in un atteggiamento di inconciliabilità e tale atteggiamento viene giudicato da DIO un peccato che produce grave conseguenze.

Quando perdonate dovete sapere anche che cosa perdonate, è molto doloroso scoprire che “si ti perdono” è diventato un modo di dire privo di contenuto.

Il perdono e la riconciliazione non devono essere in nessun caso considerati un merito.

Perché è solo in base al perdono che ho ricevuto da DIO che io posso perdonare il mio/a compagno/a e poi, in base allo stesso perdono, io posso chiedere di essere perdonato un domani dal mio/a compagno/a.

IL PERDONO NELL’ EDUCAZIONE DEI FIGLI.

Nell’educazione dei figli il principio e l’importanza del perdono biblico deve essere sempre evidente. Quando nostro figlio commette qualcosa che non doveva fare sicuramente ci irrita, ma sarebbe ingiusto punire nostro figlio per sfogarci. Facendo così il messaggio che arriverebbe a nostro figlio sarebbe quello di una rivalsa su di lui da parte nostra, altrettanto errato sarebbe far finta di niente e chiudere gli occhi.

La reazione giusta sarebbe quella di perdonare interiormente nostro figlio e poi riprenderlo, dando pure la giusta punizione, spiegandogli anche il motivo della punizione e far risaltare che è sicuramente per il suo bene. Facendo così nostro figlio accetterà la riprensione e potremo abbracciarlo facendogli capire che lo amiamo veramente e che ogni misura educativa è per il suo bene.

Punire per rabbia, perché si è delusi o irritati, è sempre errato ed è peccato davanti a DIO e non possiamo giustificarci citando versetti biblici che parlano della necessita di correggere e punire.

Interventi così pesanti non devono mai avvenire senza che all’origine ci sia un atteggiamento basato sul perdono e sull’amore che ricerca cos’è meglio per l’altro.

PERDONO E RICONCILIAZIONE.

DIO da parte sua ci offre il perdono, ma è necessario che ci sia anche una riconciliazione e questa avviene solo quando da parte nostra riconosciamo il nostro peccato e accettiamo personalmente il perdono che DIO ci offre.

Così per noi può succedere che io perdoni un fratello ma questi insiste nel suo peccato contro di me. Io posso rinunciare ad ogni tipo di vendetta ma non posso sicuramente fare come se fosse avvenuta una riconciliazione.

La riconciliazione avviene solo quando l’altra parte riconosce la sua colpa e si pente.

Ma da parte mia devo perdonare, questa è la mia responsabilità, la riconciliazione avviene quando l’altro accetta il mio perdono e questa è la sua responsabilità.

È interessante notare che nel nuovo testamento veniamo invitati a perdonare a prescindere della reazione dell’altro (Efesini 4:32 e Colossesi 3:13). In Colossesi 2:13-14 GESU’ ha cancellato il documento a noi ostile e lo ha fatto a prescindere dalla reazione delle persone.

Entrambi gli aspetti devono essere visti distintamente anche nella pratica, in modo da non cadere nell’errore di negare il perdono quando invece dovremmo concederlo o di trascurare la riconciliazione quando questa sarebbe necessaria.

In conclusione il vero perdono ristabilisce i rapporti e non ha inizio fra me e il mio vicino ma fra me e DIO. Perciò per prima cosa devo cercare il perdono di DIO, riconoscere che sono colpevole davanti a DIO e realizzare il suo perdono, solo così riuscirò ed avrò i mezzi necessari per perdonare gli altri (Efesini 4:31-32).

Pastore Emanuele Manticello

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